La cucina della Fantasia: Due ricette al sapore di Mare
Se l’uomo fosse senza
fantasia nulla di ciò che amiamo e chiamiamo arte esisterebbe, perché è la
fantasia dell’impossibile e dell’immaginabile che ha generato la genialità
umana, la quale s’è evoluta non solamente
per dare un senso alla vita ma per poterla vive secondo ciò che era la nostra
volontà, d’essere immortali, almeno nell’anima.
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Un corpo ed un anima dalla
profonda sete e fame sia di conoscenza e spiritualità sia di ciò che definiamo
alimento e cibo.
Una ricerca ed una fame
antica d’una impellente necessità di cucinare e mangiare dove la fantasia è stata
un’importante ingrediente nell’inventare ciò che non si poteva avere o che non
poteva esistere.
Da questa cucina della
fantasia e della necessità nascono piatti famosissimi, dagli
ingredienti
inesistenti, come per esempio gli “osei
scampai”, un piatto della cucina contadina dove ovviamente l’ingrediente
principale, gli osei (uccelli) non sono presenti nella preparazione della
ricetta perché fuggiti, permettendo al cuoco di fare degli involtini
saporitissimi frutto d’un matrimonio mancato, per la fuga dei volatili.
Ovviamente l’anima d’ognuno
di noi vibra in modo particolare nella congiunzione tra ciò che siamo e siamo
stati ed i ricordi della nostra infanzia fatti di colori, suoni, sapori e
profumi ed i miei profumi sono fatti di salsedine, di laguna e mare e quindi vi
parlerò e racconterò come cucinare con il mare.
Ovviamente l’anima d’ognuno
di noi vibra in modo particolare nella congiunzione tra ciò che siamo e siamo
stati ed i ricordi della nostra infanzia fatti di colori, suoni, sapori e profumi
ed i miei profumi sono fatti di salsedine, di laguna e mare e quindi vi parlerò
e racconterò come cucinare con il mare, dove ovviamente è la fantasia e la
passione del creare che riesce a far superare ogni diffidenza nei confronti di
ciò che non possiamo mangiare o che possiamo, ma non appartiene alla nostra
cultura gastronomica.
Due piatti di spaghetti, una
della nostra cultura e l’altro che coniuga la gastronomia giapponese con quella
italiana, anzi scusatemi, con quella del “mare nostrum” che è la gastronomia il frutto di tutte le civiltà del
mediterraneo.
Due piatti di Mare per Voi
Il primo Spaghetti “vongole
a mare” ed il secondo spaghetti con “alghe
Hijiki”.
Spaghetti “vongole a mare”.
1 o 2 spicchi d’aglio
8 acciughe sott’olio
Passata di pomodoro
Prezzemolo
Pepe bianco
350 g. di spaghetti d’ottima qualità
Questa ricetta della
fantasia, deve essere fatta per rievocare il profumo e le sensazione del mare,
del sole, del fuoco e del freddo inverno, perché proprio in quel periodo
dell’anno, prima di Natale, io e mia madre andavamo lungo il bagnasciuga del
mare, sul litorale di “Alberoni” a raccogliere le vongole, ovviamente quando il
mare si abbassava perché attratto o forse innamorato della luna.
Ricetta:
Mettete a bollire 4 litri d’acqua, meglio
acqua di mare come da bambino vedevo fare dai pescatori a mezzogiorno nelle
loro barche per cucinare la pasta, in alternativa acqua di rubinetto con
l’aggiunta di sale.
Tritate finemente l’aglio e
fatelo soffriggere per un solo minuto in due cucchiai d’olio extravergine
d’oliva , al quale aggiungerete mezza
tazzina d’acqua in modo tale che l’aglio non muoia nell’olio rovente ma si dissolva
nella padella diventando puro essenza e profumo intenso, pungente ed acre di se
stesso.
Aggiungete le acciughe
tritate finemente per poi schiacciarle con i rebbi della forchetta nella stessa
padella, quando le acciughe si fonderanno con l’olio e l’aglio aggiungete una
tazza di passata di pomodoro (non esagerate con il pomodoro, poco quindi).
Quando la salsa entrerà in
ebollizione aggiungete per 30 secondi due foglie di alloro, togliete l’alloro e
lasciate cucinare la salsa per un solo
minuto ( il pomodoro meno viene cotto più buono è). Nel frattempo scolate gli spaghetti al dente e
fateli saltare velocemente nella salsa.
Fuori fuoco aggiungete il
trito di prezzemolo (facoltativo) ed una macinata di pepe bianco ed una croce
generosa d’olio extravergine d’oliva spremuto a freddo.
Questi spaghetti avranno il
sapore ed il profumo del mare e dei miei ricordi d’infanzia dove il “viottolo”
centrale del mio giardino non era ricoperto da ghiaino, ma d’uno strato di
trenta centimetri di valve di vongole, frutto nella nostra passione culinaria.
Variante: potete aggiungere
con le acciughe un trito di capperi sottosale precedentemente ben lavati.
Vietato in forma assoluta il
formaggio
Spaghetti con Alghe Hijiki
(a fine pagine note, storia ed azione
terapeutica delle alghe Hijiki)
Anche in questo caso il
nostro obiettivo è fare un primo piatto che sembra fatto di “pesce”, con il
profumo di pesce senza aver pescato ovviamente il pesce e dove lui, il pesce,
nuota felice nel suo mare.
Dose per 4 persone:
350 g. di spaghetti d’ottima qualità**
15 – 20 g. di alghe Hijiki
1 o 2 spicchi d’aglio
1 cucchiaio da tavola di
capperi sotto sale
1 tazza di passata di
pomodoro biologico
3 foglie di alloro
Pepe bianco
Olio extravergine d’oliva
spremuto a freddo.
Vedi sotto video della ricetta
Mettere le alghe Hijiki ad
idratare (per circa 2 o 3 ore) in un
contenitore o bacinella ricoprendole abbondantemente di acqua di mare o di
acqua da rubinetto (attenzione al sapore di cloro) aggiungendo mezzo cucchiaino
di sale marino integrale.
Cottura della Pasta
Mettete a bollire 4 litri d’acqua, meglio
acqua di mare come da bambino vedevo fare dai pescatori a mezzogiorno nelle
loro barche per cucinare la pasta, in alternativa acqua di rubinetto (attenzione
al sapore di cloro) con l’aggiunta di
sale.
Salsa
Tritare finemente l’aglio ed
aggiungerlo in una padella con 2 cucchiai d’olio extravergine.
Fate lentamente soffriggere
l’aglio per un solo minuto, aggiungere il trito di capperi sottosale (che avrete
lavato bene per eliminare il sale in eccesso) aggiungendo una mezza tazzina
d’acqua. Cucinare fino a far restringere l’acqua per poi aggiungere la salsa di
pomodoro. Portate il pomodoro a bollore cucinandolo per 1 solo minuto (meno si
cucina il pomodoro meglio è), a questo punto aggiungere le alghe e le tre
foglie di alloro cucinando il tutto per 1 solo minuto. Togliere le foglie di
alloro continuando la cottura delle alghe per un altro minuto.
A questo punto scolerete la
pasta per poi velocemente padellarla assieme alla salsa.
Fuori fuoco aggiungere una
croce di olio extravergine d’oliva ed una macinata di pepe bianco.
Disporre gli spaghetti con
arte e con 3 foglie d’alloro come guarnizione, in piatti precedentemente
riscaldati.
Vietato il formaggio
Alghe Hijiki (Sargassum fusiforme)
L'alga hijiki (Sargassum
fusiforme), in giapponese 鹿尾菜 o 羊栖菜) appartiene alla classe delle feofite, è
un'alga bruna con "foglie"
quasi cilindriche che ricordano i rami degli alberi, è nera e dura, possiede il maggior tenore di minerali ed oligominerali (34%)
Indicazione terapeutiche
cicatrizzante, rinforza,
facilita l'abbassamento del tasso di colesterolo,
migliora il metabolismo del calcio (ossa, unghie, denti e capelli).
Utile sia nella crescita sia durante tutta la vita.
Le Hijiki sono ricchissime di di calcio: cento grammi di hijiki
secche contengono più di 1.400 mg di calcio, molto più del latte, che ne
contiene solo 100. Nelle hijiki sono ricche di minerali ed oligoelementi, che hanno
la funzione di tonificare il corpo e purificare il sangue, mantenendo costante
il livello degli zuccheri.
Crescono soprattutto in estremo Oriente (oggi coltivante anche in Spagna), dove rivestono gli scogli e le roccie appena sotto il livello dell'acqua, tali cespugli
arrivano all'altezza di un metro e la raccolta avviene tra gennaio e maggio. Le migliori
come qualità sono quelle che crescono all’inizio di febbraio.
Dopo la raccolta, sono fatte
bollire in grossi “pentole” per diverse
ore, diventando più tenere ed assorbendo il colore scuro concentrato dell'acqua
bollente di cottura, sono poi seccate, selezionate ed impacchettate per la
vendita.
Quando vengono ammollate si
espandono considerevolmente, aumentando di cinque volte il loro volume; si
armonizzano bene con l'olio,
quindi in genere si fanno saltare.
L’utilizzo delle alghe in
cucina riguarda molti paese ed in modo particolare il Giappone.
Si tratta d’un uso
alimentare che si è sviluppato nella tradizionale Shoujin Ryori, ossia la
cucina vegetariana tradizionale dei monaci buddisti giapponesi, i quali hanno
profondamente influenzato la cucina giapponese. Dopo gli anni settanta con la
diffusione della Macrobiotica creata da Georges Ohsawa, pseudonimo di Yukikazu
Sakurazawa, l’utilizzo delle alghe si è diffuso in tutto il mondo.
Vi ricordiamo che il
Giappone antico proprio per la grande influenza del buddismo è stato per molti
secoli un paese dalla cultura semi-vegetariana, sia per situazioni contingenti,
tipo l'assenza di una vera e propria cultura dell'allevamento del bestiame, sia
per la scelta religiosa che vedeva nella carne di mammiferi e volatili e
addirittura nelle uova un elemento impuro e poco adatto agli esseri umani,
almeno per le classi più abbienti e sviluppate culturalmente.
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