Un
cibo cucinato con sapienza ed amore si esalta nel momento che si sposa
con un'erba aromatica, un ortaggio ed una spezia. Ovviamente questa
verità non significa dimenticare o nascondere nelle pieghe della
quotidianità e frettolosità la vera essenza che ci spinge a cucinare,
che è la passione di creare nuove sensazioni ed aprire un tempo
infinito riempito di profumi e sapori ed in molti casi di ricordi ed
immagini di persone amate o che amiamo ancora.
In
questo cercare divertito e gioioso, il maggiore pericolo è la banalità
che rendere tutti i cibi uguali o troppo simili gli uni con gli altri
nei profumi, sapori e tonalità.
Come una musica è bella se "dura poco" così è un errore di prospettiva usare in tutti i piatti gli stessi aromi, ortaggi e spezie solamente perchè li definiamo buoni e ci piacciono.
Come una musica è bella se "dura poco" così è un errore di prospettiva usare in tutti i piatti gli stessi aromi, ortaggi e spezie solamente perchè li definiamo buoni e ci piacciono.
Quindi proviamo
a differenziare il nostro cucinare iniziando, in alcuni piatti a
sottrarre per esempio la cipolla e l'aglio per poter appieno
riassaporare i veri sapori dei cibi.
Se in tutti i risotti ci mettiamo la cipolla o l'aglio, il vino bianco ed il parmigiano rischiamo
di
renderli di base tutti uguali e di abituarci a tali aromi perdendo
realmente il sapore dominante che dovrebbe sorgere e manifestarsi dalla
somma degli ingredienti i quali non devono mai realmente perdersi gli
uni negli altri ma rimanere presenti e manifestarsi al palato ed olfatto
attento e curioso.
Risotto con al radicchio di Treviso
Se decidiamo di cucinare un risotto al radicchio di Treviso, eviteremo di usare la cipolla che addolcisce come il vino bianco che distrae e devia le tonalità, mentre cercheremmo con sapiente attenzione tutte le tonalità amare e croccanti del radicchio stesso, che non sarà aggiunto al risotto tutto in una sola volta, ma sarà sapientemente e con cautele presentato al riso in tre momenti diversi, piano piano senza fretta come conviene ad un generoso cuoco.
Ovviamente se una preparazione la chiamiamo risotto colui che deve essere il grande protagonista il "tenore" di quest'opera è sua maestà il Riso, che dovrà essere di ottima qualità (arborio) meglio biologico (io personalmente uso quello biodinamico "bianco" delle Cascine orsine).
Il Radicchio
La prima parte di radicchio sarà aggiunta dopo alcuni minuti dalla tostatura del riso in poco olio extravergine d'oliva spremuto a freddo, per poi attendere con passione quando il riso stesso comincerà a trasformarsi (a metà cottura) e solo allora aggingeremo la seconda parte del radicchio tritato, per poi attendere quell'attimo prima...quello spazio che nessuno può definire in cui il riso è quasi pronto ma...attende il nostro tocco, per aggiungere la terza parte del radicchio il quale donerà tutta la sua "crocantezza" al risotto, il quale a fuoco ormai spento sarà mesacolando velocemente ma delicatamente (con cucchiaio di legno) evitando di trasformare il nostro riso un un "pastone" sempre uguale.
Quindi il nostro risotto non presenterà un radicchio cotto tutto nella stessa maniera ma tre tonalità diverse di coinsistenza e crocantezza regalandoci anche nel profumo che si espanderà dal piatto le sue tonalità amare.
Ovviamente sarà asciutto se vi aggrada e se abitate in "terra ferma", ma se le vostre radici affondano nell'acqua salata della laguna di Venezia dovrà essere sicuramente all'onda.
Quindi
niente cipolla, niente vino bianco che lo arricchirebbe di tonalità che
vi possono fuor viare e nemmeno formaggio che per colpa della caseina
legherebbe come una colla i chicchi di riso e sovrasterebbe con le sue
tonalità doci-piccanti il vellutato amaro del radicchio.
Pertanto riscattiamo le nostre papille gustative e non carichiamo di mille profumi ed aromi i nostri cibi ma sottraiamo per far emergere i sapori del riso e del radicchio o verdura di dominanza.
In
questo nostro modo di cucinare che non azzoppa nè il riso nè il
radicchio possiamo alcune volte fare delle variazioni, perchè a noi
piace cambiare e combattiamo la ripetitività crerando nuove armonie.
Varianti
Possiamo a volte aggiungere a fine cottura il profumo dolce amaro della canella o la macinata veloce e malizziosa d'un meraviglioso pepe bianco, ovviamente per il pepe si aggiungerà quando il risotto e già nel piatto, in modo tale che cadendo sul riso venga trasformato in un'avvolgente aroma dal vapore che s'espanderà fino alle nostre narici vogliose di profumi e sensazioni.
Il formaggio nel risotto?
A volte possimo aggiungere del formaggio al nostro risotto, ovviamente non del parmiagiano,siamo veneti, quindi usiamo un buon stravecchio e non "grattatelo" come se voleste ucciderne il suo cuore, ma tagliato a scaglie le quali le farete cadere a pioggia sul risotto fumante che lo attende nel piatto, lui, il stravecchio dal cuore generoso, si scioglieranno al contatto con il riso appena appena, senza coinvolgere il tutto con il suo aroma, in questo modo modo il nostro risotto non sarà tutto uguale, ma cucchiaio dopo cucchiaio ci donerà un'alternanza di sensazioni dove in alcuni momenti le nostre papille gusteranno il riso e radicchio nella sua purezza ed in altri cucchiai troveremo la scaglia di formaggio, come un dono ed un regalo alla nostra sensibilità.
Questo regola vale per tutti i risotti con delle verdure, i legumi, la carne e con il pesce.
Per
quanto riguarda l'aglio, aroma...ortaggio...delizia d'ogni delizia il
discorso è simile usiamolo occasinalmente per stimolare sensazioni e non
quotidianamente che banalizzerebbe ogni nostro pasto trasformando il
nostro espirare in alito da drago.
Alcune persone in ogni risotto di pesce usano l'aglio, ovviamente non è sbagliato ma troppo ripetitivo e ci potrebbe far dimenticare che il risotto di pesce per essere realmente una squisitezza a bisogno solamente di buon riso e di pesce freschissimo.
Pertanto l'aglio usiamolo senza paura e con generosità per noi stessi, mentre con parsimonia per gli ospiti, facendo sempre attenzione nel soffriggerlo nell'olio, perchè non c'è disgrazia peggiore in cucina e per il nostro gusto, dell'aroma bruciato dell'aglio.
Qundi se sapete di poter sbagliare o avete fretta non soffriggetelo, ma scaldatelo solamente appena appena nell'olio od ancor meglio, pestatelo in un mortaio di marmo, senza cattiveria però, per poi aggiungetelo a fine cottura nei cibi, perchè il nostro aglio è generoso nel cuore e ci metterà solo alcuni minuti a cucinarsi e rimgraziarvi d'averlo scelto tra mille altri aromi.
Alcune persone in ogni risotto di pesce usano l'aglio, ovviamente non è sbagliato ma troppo ripetitivo e ci potrebbe far dimenticare che il risotto di pesce per essere realmente una squisitezza a bisogno solamente di buon riso e di pesce freschissimo.
Pertanto l'aglio usiamolo senza paura e con generosità per noi stessi, mentre con parsimonia per gli ospiti, facendo sempre attenzione nel soffriggerlo nell'olio, perchè non c'è disgrazia peggiore in cucina e per il nostro gusto, dell'aroma bruciato dell'aglio.
Qundi se sapete di poter sbagliare o avete fretta non soffriggetelo, ma scaldatelo solamente appena appena nell'olio od ancor meglio, pestatelo in un mortaio di marmo, senza cattiveria però, per poi aggiungetelo a fine cottura nei cibi, perchè il nostro aglio è generoso nel cuore e ci metterà solo alcuni minuti a cucinarsi e rimgraziarvi d'averlo scelto tra mille altri aromi.
Grazie e Buon appetito
Vittorio Alberti
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